I dati della Fiaso sono piuttosto preoccupanti: aumentano i ricoveri per Covid. Eppure, le terapie intensive scendono.
La Federazione Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha monitorato la situazione del Covid in Italia nell’ultima settimana, e i dati non sono molto confortanti. Sebbene molti virologi parlino ormai di endemia e non più di pandemia, e considerando che la guerra in Ucraina ha spostato il focus dell’attenzione collettiva, non si parla più tanto del Covid in Italia. Eppure, il problema rimane. Anzi, pare aumentare: per quanto la pericolosità di Omicron 2 sembra minore rispetto alle precedenti varianti, la sua contagiosità sembra più alta. Da ciò, non dobbiamo abbassare la guardia contro il nemico invisibile.
I dati della Federazione
I ricoveri di pazienti Covid sono in aumento nell’ultima settimana. Precisamente, dell’8,6%. I ricoveri ordinari sono in aumento del 9,4%, mentre le terapie intensive – dato confortante – scendono del 3,4%. Il Centro soffre maggiormente la situazione, con il 16% in più di pazienti Covid rispetto alla scorsa settimana. Il Nord non soffre poi tanto, con un aumento del 2%. Il Sud, invece, fa registrare l’8%.
Il commento del presidente Migliore
“Per la seconda settimana consecutiva crescono i ricoveri Covid ma siamo ormai di fronte a una nuova fase dell’epidemia che, grazie alla grande campagna vaccinale, investe meno le terapie intensive e provoca una malattia meno grave“. Questo il commento del presidente Fiaso, Giovanni Migliore, che aggiunge quanto segue. “La preponderanza dei casi con Covid, sia in area medica che nelle intensive, testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, due elementi rispetto ai quali occorre organizzare adeguatamente l’assistenza”.
La presenza in rianimazione di individui che hanno deciso di vaccinarsi, affetti tutti da altre gravi patologie, stando al presidente Migliore, “indica la necessità di continuare ad adottare interventi di prevenzione primaria e di non allentare l’attenzione nelle regole di protezione come il distanziamento e l’uso delle mascherine”. Stando al presidente, inoltre, sono necessarie “campagne informative dirette alle persone fragili che non si sono mai vaccinate: è possibile che una quota di disinformazione possa aver giocato nel rifiuto della vaccinazione per questi soggetti, il cui rischio è nettamente più alto. Alla luce di questi dati, va ribadita l’importanza della quarta dose per i soggetti estremamente fragili“.